L'Italia importa gran parte degli emoderivati di cui ha bisogno, con una elevata spesa per il Servizio Sanitario Nazionale ed un maggior rischio di trasmissione di malattie, poiché il sangue da cui essi sono ottenuti non sempre proviene da donatori volontari, periodici ed attentamente controllati.
Dobbiamo quindi renderci progressivamente autosufficienti, per ridurre i costi ma soprattutto per una maggiore garanzia sulla origine e qualità del sangue.
Una via da percorrere in questa direzione è già la donazione mirata. Essa consiste nel prelevare solo una parte del sangue (plasma, piastrine, ecc.,) e restituire il resto al donatore.
Queste tecniche indicate globalmente con il nome di "aferesi", dovranno trovare una applicazione sempre più estesa, proprio per favorire un uso più razionale del sangue.
Come donare sangue ... Tutti possiamo donare?
Per essere donatore di sangue occorre avere buona salute e almeno 18 anni, pesare almeno 50 Kg., e non avere sofferto di malattie importanti (ad esempio affezioni cardiovascolari, ulcera gastroduodenale); in ogni caso il colloquio con il medico ed appositi esami di laboratorio verificheranno l'idoneità alla donazione.
Tuttavia, in rapporto al rischio di trasmissione di gravi malattie infettive, vi sono delle condizioni che impongono l'autoesclusione dalla donazione.
Le donne in età fertile possono donare sangue al massimo due volte all'anno, non debbono farlo durante le mestruazioni o la gravidanza e per un anno dopo il parto.
Per legge il lavoratore dipendente ha diritto ad una giornata di riposo ed alla corresponsione della normale retribuzione, in concomitanza con la donazione.
Che cosa devo fare?
Rivolgiti alla nostra sede AVIS per avere informazioni sui servizi di raccolta sangue.
Per effettuare la donazione, nei giorni di calendario, non occorre prendere appuntamento, occorre invece essere a digiuno; ti verranno richieste alcune notizie sulla tua salute, seguirà la visita medica, il prelievo di sangue e le analisi approfondite per la verifica della idoneità a donare.
L'autoesclusione alla donazione
Fermo restando l'aiuto del medico trasfusionista, vincolato dal segreto professionale, a chiarire e valutare le specifiche situazioni, è doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale: